giovedì 29 settembre 2016

Silvio 80, tutto Berlusconi: auguri di amici e nemici, frasi, sfottò e oggetti celebri

"Non mi viene in mente il nome di nessun amico in politica". Non sembra questione di Alzheimer, ma gli 80 anni di Silvio Berlusconi sono lontani anni luce dalle faraoniche e ambitissime feste cui il Cavaliere aveva abituato in passato. Pochi amici, niente regali (almeno così ha chiesto). "cinque figli e 10 nipoti fanno un patriarca. E io questo mi sento", h datto per l'occasione. Con la compagna Francesca Pascale, i figli e una manciata di fedelissimi (tra cui spiccano Confalonieri e Letta), l'ex premier spegnerà quindi oggi le sue 80 candeline chiudendo un periodo recente piuttosto travagliato, culminato nell'operazione a cuore aperto eseguita al San Raffaele di Milano e, probabilmente, che lo porterà anche l'addio all'amato Milan.
Ma cosa è stato augurato a Berlusconi? Matteo Renzi sottolinea con una punta di sarcasmo: "Sarà ricordato soprattutto per tutto cè che non ha fatto. La riforma del lavoro. La riforma della giustizia. La riforma costituzionale. Questo referendum oggi è una delle tante occasioni che Berlusconi sta perdendo. Noi siamo dalla parte dell'Italia che ci sta provando a cambiare le cose, il presidente Berlusconi si è messo dall'altra parte. Molti augur". Il presidente del Napoli e produttore cinematografico Aurelio De Laurentiis va sulla suddivisione dei periodi di vita e twitta: "Quattro volte ventenne! Il mio augurio è che tu possa vivere i prossimi 20 anni come hai vissuto i primi 80. Tanti cari auguri Silvio". Acido il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi: "Un augurio a Berlusconi? Di andare in pensione. Tanto non avrà la minima per cui... Ha 80 anni, ha già segnato l'Italia".
Verissimo. "Mi consenta" è la frase gergale che tutti utilizzano e che inequivocabilmente viene identifica il Berlusca. Altre epressioni storiche: il "nuovo miracolo italiano", quella del "più bella che intelligente" a Rosy Bindi, il "meno male che Silvio c’è", la "discesa in campo".  E poi oggetti che sono diventati solo suoi. La bandana di Berlusconi, il Borsalino di Berlusconi, il cappellino con visiera di Berlusconi, il cappello da capotreno di Berlusconi, la tuta da riposo in cashmere di Berlusconi, il tacco di Berlusconi, il doppiopetto di Berlusconi, la cravatta a pois di Berlusconi, la spilla luccicante di Berlusconi, il costume da danzatore berbero a Marrakech quando per fare pace regala un gioiello a Veronica indossato da Berlusconi, "lo stalliere" di Berlusconi, il conflitto di interessi di Berlusconi, un milione di posti di lavoro di Berlusconi.

venerdì 16 settembre 2016

Serena Grandi: “Non mangio più carne: così ho perso 15 chili in 8 mesi”


E’ una Serena Grandi in grande forma quella che è apparsa nello studio di Pomeriggio Cinque: l’attrice ha raccontato a Barbara D’Urso e a tutti i telespettatori, alcune delicate fasi della propria vita, compresa una dieta ‘miracolosa’ che le ha fatto perdere moltissimi chili in soli otto mesi. “Dopo ‘La Grande Bellezza’ ho lasciato Roma e ora vivo a cento metri dal mare – ha ammesso Serena Grandi a Pomeriggio Cinque -. Sono rinata.
Mi alzo presto la mattina, cammino molto e non mangio più carne. Mangio solo pesce, la mattina faccio colazione con i cereali. A pranzo alterno brodo di pollo, uova, insalate e proteine. A merenda un frutto e a cena mangio molto leggero. Ho fatto pure delle cure di bellezza e continuo la dieta”.
Serena Grandi continua a raccontare alcuni aneddoti della sua vita, spiegando di aver person 15 chili in 8 mesi. Ha poi voluto parlare del doloroso periodo conseguente alla morte di sua madre: “Oggi sono in un periodo di riflessione – ha raccontato – Capisco gli errori che ho fatto e voglio credere che in realtà erano solo tasselli per andare avanti. La perdita di mia madre è stata una sofferenza fisica, non riuscivo più a mangiare – ha aggiunto – C’erano tante cose che volevo dirle e improvvisamente lei non c’era più. Era una donna con un’energia e una razionalità incredibili. Prendeva tutto con leggerezza, amava la vita. Amava essere sempre in ordine, persino nella tomba”.

Amanda Knox, ora i dubbi li hanno anche gli americani: docufilm Usa sul delitto di Perugia


Il dubbio fa ancora male: quanto i media, gli errori e l’ossessione popolare per il noir hanno influenzato giudici e investigatori nel caso di Amanda Knox? Impossibile da dimenticare, protagonista involontaria della più grande brutta figura delle giustizia italiana, sempre in bilico tra essere considerata la più furba tra le imputate di omicidio e la perfetta vittima di un esemplare errore giudiziario, Amanda torna nell’ambiente in cui si esprime nel modo più naturale, lo schermo.
A portare sul monitor di casa la ragazza di Seattle, due volte condannata e due volte assolta per l’omicidio della sua coinquilina Meredith Kercher con cui divideva un appartamento a ridosso del centro storico di Perugia, è Netflix con il documentario originale diretto da Rod Blackhurst e Brian McGinn, presentato in questi giorni al Festival del cinema di Toronto, staffetta di quello veneziano, ma dedicato soprattutto a film tratti da storie vere.
In questo caso, però, il materiale del docufilm non serve a stabilire se Amanda sia o meno colpevole del brutale assassinio, consumato per l’accusa con la complicità del suo ex Raffaele Sollecito, anche lui assolto definitivamente, ma misura quanto i media, la stampa scandalistica e il clamore della spaccatura popolare tra forcaioli e innocentisti possano avere avuto un peso nello svolgimento dei quattro processi a suo carico.

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